Una guida alla tempesta

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L’editore Carocci pubblica, in una serie dedicata al teatro di Shakespeare, un saggio che orienta nella lettura de La tempesta, l’ultima opera del grande drammaturgo

di Sabrina Di Monte

 

Shakespeare: una guida alla Tempesta, di Rocco Coronato (Carocci 2022), fa parte della serie William Shakespeare: i capolavori, diretta dallo stesso Coronato (professore ordinario di Letteratura inglese all’Università di Padova) e pensata per chi voglia avvicinarsi ai drammi di Shakespeare con consapevolezza critica.

In un denso ma agile libretto di 132 pagine suddivise in cinque capitoli e comprensive di una ricca bibliografia, Coronato indaga in modo efficace il contesto storico-sociale e culturale, i problemi testuali, le fonti d’ispirazione, i temi e le questioni stilistiche de La Tempesta, l’ultima opera scritta interamente da Shakespeare (probabilmente tra la fine del 1610 e la metà del 1611).

È noto che nella grande maggioranza dei casi, i lavori di Shakespeare sono rielaborazioni di opere precedenti (inglesi, ma anche italiane, francesi e latine). Nel caso de La Tempesta, invece, Coronato sottolinea innanzitutto, da un lato l’assenza di fonti dirette accertate, dall’altro un’evidente sovrabbondanza di «analoghi» storici e letterari: l’arte di navigare come metafora del governo di uno Stato; il naufragio; il viaggio periglioso di un protagonista in possesso di arti magiche; l’esilio su un’isola incantata; il desiderio di vendetta; la figlia che scopre l’amore per un potenziale nemico. Archetipe sono anche le due creature dell’isola asservite al mago Prospero (esiliato sull’isola fantastica con la figlia Miranda): il terrestre e rancoroso Calibano e Ariel, spirito dell’aria, servitore fedele che assiste Prospero nelle sue arti magiche.

Per quanto riguarda i personaggi, il secondo capitolo riassume utilmente il loro ruolo e le loro principali caratteristiche e offre un riassunto della trama di ciascuno dei cinque atti del dramma.

Shakespeare operò a Londra come commediografo, attore e impresario teatrale durante i regni di Elisabetta I, ultimo monarca Tudor, e di Giacomo I, primo sovrano della dinastia Stuart, entrambi grandi amanti del teatro. È presumibile che, come tutte le sue opere, La Tempesta fosse stata scritta per i due teatri della compagnia di Shakespeare: quello pubblico, il Globe, e quello privato, il Blackfriars, destinato alle rappresentazioni invernali. L’opera fu allestita per la prima volta verso la fine del 1610. A corte, la prima rappresentazione di The Tempest avvenne il 1° novembre 1611. La seconda seguì nell’inverno 1612-13. Coronato sottolinea che al tema del matrimonio risolutivo delle discordie dinastiche nella commedia, corrispondono le complesse negoziazioni matrimoniali che fervevano in quegli anni per trovare ai figli di Giacomo I, Elisabeth e Henry, consorti che potessero rafforzare alleanze e consolidare la successione dinastica.

Per quanto riguarda il contesto storico-sociale, viene sottolineato il legame con i viaggi nel Nuovo Mondo di un’opera che nasce agli albori del colonialismo inglese. L’isola incantata de La Tempesta è immaginata nel Mediterraneo, fra Napoli e Tunisi, ma allo stesso tempo sono presenti elementi che fanno pensare ad un’ambientazione molto più esotica ed extraeuropea.

A partire dal terzo capitolo, Coronato analizza più dettagliatamente i vari temi, registri e stili de La Tempesta, con esempi testuali presentati sia in originale che nella traduzione di Masolino D’Amico (2019). Qui viene affrontato anche il problema dell’attribuzione del genere di un’opera che, scrive l’autore, «nasce nel periodo dorato, anche in Inghilterra, della tragicommedia di origine italiana, spesso di ambientazione pastorale». Oltre all’elemento romantico e a quello tragicomico, Coronato analizza in modo esaustivo l’elemento del meraviglioso introdotto dal masque (Quarto atto), un intermezzo che si rifà ad una forma di rappresentazione teatrale di corte con scenografie molto elaborate che coinvolgeva, oltre alla recitazione, la musica, il canto e la danza. Prospero ne realizza uno – esempio di teatro nel teatro – grazie alle sue arti magiche e ad Ariel, per celebrare il fidanzamento della figlia col suo promesso sposo.

Coronato sottolinea che al genere de La Tempesta «appartengono anche gli altri romances shakespeariani di poco precedenti, quali Pericles (Pericle 1608) e Il Racconto d’inverno (1611 ca)». Qui ci sembra però che l’autore non chiarisca a sufficienza gli elementi costitutivi del romance in generale e non spieghi come mai La Tempesta, che nella prima edizione della raccolta delle opere teatrali shakespeariane (l’in-folio del 1623) appare come la prima delle Comedies (seguite dalle Histories e dalle Tragedies), oggi venga classificata sia come tragicommedia che come romance.

Nel volume Shakespeare (Laterza 1994), Giorgio Melchiori scrive che «nelle edizioni recenti, pubblicate dal 1969 in poi, alle tre suddivisioni consacrate dall’in-folio se ne aggiunge una quarta: Romances, ossia drammi romanzeschi. In essa vengono inclusi quelli composti nell’ultima fase dell’attività shakespeariana». Verso la fine del ’900, infatti, nacque l’esigenza di trovare una nuova definizione per un gruppo di drammi (fra questi La Tempesta) indicati genericamente come «tragicommedie» ma accomunati da caratteristiche che li distinguevano da tutti gli altri. Esiste in effetti una difficoltà nel categorizzare efficacemente i romances shakespeariani: per quanto siano effettivamente delle commedie, i toni più cupi le avvicinano al genere della tragicommedia. Ne La Tempesta, ad esempio, mancano le morti ma sono presenti i temi dell’esilio e della congiura. Oltre che da un misto di comico e tragico, i romances sono caratterizzati dalla presenza di elementi magici e sorprendenti, anche con intrusioni pastorali di richiamo al mondo classico. In essi si sente l’influenza del masque, che ne La Tempesta si vede nell’intermezzo del quarto atto ma anche nei diversi esempi di musica di scena, soprattutto le quattro canzoni cantate da Ariel.

Nel quarto capitolo, viene investigata l’influenza sugli elementi costitutivi de La Tempesta dei viaggi nel Nuovo Mondo. Accanto alla meraviglia destata dalle scoperte di terre incontaminate, viste come una reincarnazione dell’Età dell’Oro, vi era il più problematico rapporto con i nativi, creduti da alcuni esseri innocenti e incorrotti, e da altri, la maggioranza, come popoli selvaggi e incivili. Coronato aggiunge che a questa visione ambivalente si accompagnava il mito del selvaggio che avrebbe potuto essere educato, come gli indiani d’America, e nella commedia, come Calibano: la strana creatura selvaggia e deforme, figlio della strega Sycorax e nativo dell’isola, che sembra aderire perfettamente alla demonizzazione dei popoli delle nuove terre. L’ultima parte del quarto capitolo è dedicata al perdono di Prospero e al suo disincanto finale, vissuto non come sconfitta o «rassegnazione di fronte alla vanità umana» ma come «riconoscimento della vanità illusoria delle certezze».

L’ultimo capitolo ricostruisce la fortuna critica e la storia degli allestimenti de La Tempesta nel corso dei secoli, a partire dalle prime rappresentazioni. Coronato analizza come si sia passati «dall’esaltazione del controllo sul lato selvaggio e della verginità nel sistema patriarcale della Restaurazione e del Settecento alla riscoperta vittoriana dello stato di natura e alle riscritture postcoloniali condotte tramite lo sguardo di Calibano contro l’imperialista Prospero». La guida si conclude con tre sezioni dedicate rispettivamente alla fortuna cinematografica e televisiva de La Tempesta e ai riferimenti al dramma contenuti in opere letterarie che vanno da The Rape of the Lock di Alexander Pope del 1714 ai manga inglesi.

Prima di rinunciare definitivamente alla magia e al desiderio di vendetta, Prospero ci regala un monologo, nel quale molti hanno visto un congedo di Shakespeare dal teatro, e questi indimenticabili versi: «We are such stuff / As dreams are made on, and our little life / Is rounded with a sleep». (Noi siamo della materia di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita è circondata dal sonno).

 

Rocco Coronato

Shakespeare

una guida alla Tempesta

Carocci, 2022

  1. 132, euro 13,00