SPECIALE SG Una versione d’autore

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di Miroslav Košuta

 

Problema a prima vista irresolubile quello di tradurre poesia; quando i versi tradotti sono fedeli all’originale riportano di norma il senso letterale, perdendo tuttavia la patina di sonorità e rispondenze interne che fanno di un testo una pagina di poesia. È il caso allora di affidarsi alla sensibilità di un altro poeta che interviene con sicura competenza non soltanto linguistica, dovendo veicolare l’originale nella propria madrelingua con la sensibilità che gli è propria in quanto anch’egli risponde a un ordine di valori – quello della poesia – che in qualche modo trascende il trasferimento letterale.

A Trieste, e per Saba, c’è una persona che più di altri è adatta a maneggiare con sicura competenza ed assonanza di pensiero i versi del Canzoniere sabiano, autore lui stesso di una memorabile poesia dedicata a una capra: Il Ponte rosso è orgoglioso di presentare qui di seguito una traduzione di Miroslav Košuta.

 

CONFINE

 

Parla a lungo con me la mia compagna

di cose tristi, gravi, che sul cuore

pesano come una pietra; viluppo

di mali inestricabile, che alcuna

mano, e la mia, non può sciogliere.

Un passero

della casa di faccia sulla gronda

posa un attimo, al sol brilla, ritorna

al cielo azzurro che gli è sopra.

O lui

tra i beati beato! Ha l’ali, ignora

la mia pena secreta, il mio dolore

d’uomo giunto a un confine: alla certezza

di non poter soccorrere chi s’ama.

 

 

MEJA

 

Na dolgo z mano govori tovarišica

o bridkih, žalostnih stvareh, ki mi srce

težijo kakor kamen; nerešljivi

splet hudega, ki ga nobena roka,

niti moja, ne more razvozlati.

Vrabec

na žlebu hiše na nasprotni strani

za hip postane, blisne v soncu, se vrne

v sinje nebo, ki se pne nad njim.

Ah, on,

med blaženimi blažen! Krila ima, ne ve

za mojo skrivno muko, za bolečino

človeka, ki je dosegel mejo: zavest,

da ne moreš pomôči temu, ki ga ljubiš.