Vita ed arte di Paolo Caccia Dominioni

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Alla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia la proiezione di un video di interviste inedite Bilancio di piu’ di 16.000 visitatori per il ciclo espositivo “Paolo Caccia Dominioni. Un artista sul fronte di guerra

di Benedetta Moro

 

Il fascino del talento artistico e del coraggio, una lunga vita coronata da attestazioni di stima da tutto il mondo, la libertà che consegue dal disinteresse per il profitto economico e per la fama, hanno decretato

l’importante successo del ciclo espositivo internazionale che l’architetto Marianna Accerboni ha voluto tributare dal 2013 al 2017 al “collega” Paolo Caccia Dominioni (Nerviano, Milano 1896 – Roma 1992): grande architetto-artista, scrittore, combattente nei due conflitti mondiali e in altri del ‘900, illustrati in diretta dalle trincee attraverso la pittura e la scrittura. Immagini realizzate a matita, china, tempera e tecnica mista, moderne ed essenziali come lo stile letterario dei suoi libri, scritti così già quando era di moda l’enfasi dannunziana; o più tardi, nella seconda guerra mondiale, narrata in più libri, tra i quali Alamein 1933-1962, Premio Bancarella 1963. Con un’opera che sovrasta tutte, il Sacrario di El Alamein, progettato dopo aver combattuto in quel deserto nel ‘42 ed esservi ritornato per quattordici anni a dissotterrare le spoglie dei suoi soldati e dei nemici con una pietas che gli valse la medaglia d’oro alla memoria.

Un eroe moderno e antico, in cui l’atteggiamento “cavalleresco”, che gli proveniva dall’appartenenza all’alta nobiltà lombarda, era stemperato dalla sensibilità per il contemporaneo, espressa nel segno grafico e letterario, nell’applicazione del concetto di forma-funzione nel progettare e nell’antesignano rispetto per l’ambiente e per i propri simili, soldati e ascari, che, trattati come figli, l’adoravano.

Su queste stesse pagine ne avevamo già parlato nel novembre 2015, in occasione dell’inaugurazione della mostra presso l’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles.

Più di 16.000 visitatori hanno visto le 15 mostre tematiche, l’una diversa dall’altra, ideate da Accerboni, in cui è stato esposto un migliaio di pezzi, tra dipinti, disegni, illustrazioni, oggetti, abiti e divise, medaglie, foto, documenti, libri, francobolli, per lo più inediti e rari. A corredo, una ventina di eventi collaterali, organizzati come le mostre in sedi istituzionali a Gorizia (Galleria Dora Bassi, Prefettura, Biblioteca Isontina, Palazzo Lantieri, Musei Provinciali), a Udine (Caserma Guastatori Berghinz), a Fogliano (Stazione di Redipuglia), Trieste (Biblioteca Crise e showroom Zinelli & Perizzi) e Bruxelles (Istituto Italiano di Cultura, sede Regione FVG, Maison de la Jeunesse): è questo il bilancio del ciclo conclusosi di recente alla Biblioteca Isontina con la proiezione alla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia del video Paolo Caccia Dominioni. Ritratto inedito in otto interviste, realizzato dalla curatrice grazie a Pro Loco di Redipuglia Sentieri di pace e RFI. L’ultima tappa della rassegna ospitava nelle Biblioteche Statali di Trieste e Gorizia opere ispirate alla guerra di Dominioni e di giovani artisti europei.

Il video (52 min., € 15, info 335 6750946) è accompagnato da un libretto esplicativo sulle mostre e ricostruisce la straordinaria personalità dell’architetto – vissuto nei suoi ultimi trent’anni nel Goriziano, operando per i più prestigiosi committenti – grazie anche a un approfondimento storico dell’Amm. Ferdinando Sanfelice di Monteforte, già Rappresentante Militare per l’Italia ai Comitati NATO ed EU e docente di Strategia in varie Università.

Il ciclo espositivo, che rientra nel Programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della prima Guerra mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha avuto spesso ospiti eccellenti: tra gli altri, a Gorizia il presidente della Repubblica Slovena Borut Pahor con la sua delegazione; a Trieste il famoso critico Philippe Daverio, protagonista di un affollatissimo incontro di approfondimento su Dominioni, il direttore d’orchestra Oleg Caetani e il sindaco di Bruxelles-Woluwe-St-Lambert, Olivier Maingain, l’ambasciatore italiano Vincenzo Grassi. Lungo il percorso espositivo l’architettura e le arti visive hanno spesso interagito con altre discipline artistiche come nella performance di luce e musica ispirata simbolicamente alle tragedie della guerra, ideata da Accerboni per la vernice con la colonna sonora della mostra composta per l’occasione dal M° Silvio Donati; e poi i concerti a Bruxelles di Veronica Vascotto e Cristina Santin, a Trieste dell’Ensemble Nova Academia di Trieste con un omaggio musicale a Belgio, Francia e Italia del soprano Marianna Prizzon, del flautista Stefano Casaccia, di Ennio Guerrato al liuto e Claudio Gasparoni alla viola da gamba.

Un itinerario espositivo pensato dalla curatrice, data l’esemplare levatura professionale e morale di Dominioni, soprattutto per i giovani come fruitori; ma anche come attori, poiché a Trieste, Bruxelles e Gorizia alle sue opere sulla guerra sono state accostate quelle di giovani artisti goriziani, triestini, friulani sloveni, austriaci, belgi e francesi. Per creare un confronto fra l’immaginario artistico sulla guerra di un secolo fa, impersonato da Dominioni, e quello contemporaneo. Giovani divisi allora dalla Grande Guerra e riuniti oggi nel segno della pace simbolizzata dall’arte. Il seguito del progetto prevede l’ulteriore sviluppo di un ponte di conoscenza e di scambi artistico-culturali fra Gorizia, Trieste, la Regione FVG e Bruxelles e – sotto il profilo storico – tra il fronte dell’Isonzo e quello dell’Yser nelle Fiandre, cui Accerboni sta lavorando da anni. E un catalogo con le novità emerse nel corso delle rassegne, ciascuna delle quali proponeva un focus sulle diverse discipline affrontate da Dominioni: architettura, restauro, pittura, grafica, design, illustrazione, scrittura, uniformologia, araldica… Inoltre la mostra proseguirà prossimamente in prestigiose sedi istituzionali a Colle Val d’Elsa (Siena) e a Roma.

Il ciclo espositivo, patrocinato, tra gli altri, da Comune di Gorizia e Trieste, è realizzato in collaborazione con le Biblioteche Statali Isontina di Gorizia e Crise di Trieste (MiBACT), Comune di Bruxelles – Woluwe-St-Lambert, Città di Meudon (Francia), Associazione Giuliani nel Mondo Circolo di Bruxelles, e con il sostegno di Comune e Provincia di Gorizia, Fondazioni Carigo e CRTrieste, AGM, Associazione Internazionale Dario Mulitsch, Soroptimist Club Trieste, Rotary Club Muggia, Klaudij Jakoncic Flowers, Tenuta Baroni del Mestri Cormons (Gorizia), Il Piccolo media partner.